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#leparolechevorrei, la campagna social dedicata alle donne con tumore ovarico

Eleonora D'Uffizi News

ACTO – Alleanza contro il Tumore Ovarico ha lanciato #leparolechevorrei, una campagna social su Facebook per costruire insieme alle pazienti un nuovo linguaggio adatto a raccontare questa malattia. Perché per chi è malato di tumore alle ovaie anche le parole fanno parte della terapia.

Realizzata con il supporto di Clovis Oncology, azienda impegnata nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci oncologici, la campagna ha raggiunto più di un 1.500.000 persone online, con circa 100.000 visualizzazioni e 50.000 interazioni.

“Il futuro delle donne colpite da tumore ovarico sta migliorando in termini di sempre maggiore sopravvivenza e crescente qualità di vita. Due fatti importanti che ci hanno suggerito di lanciare questa campagna per cominciare a parlare e a far parlare della malattia in modo diverso”, ha raccontato Nicoletta Cerana, presidente di ACTO, “tralasciando parole che evocano scenari di lotta e di guerra, perché collegate alla severità della malattia, trovandone invece delle nuove e più positive. Perché le parole danno forma al pensiero, cambiano i comportamenti e, a seconda di come vengono usate, possono essere frecce da scagliare o scialuppe di salvataggio”.

(Ufficio stampa)

Alcune delle espressioni emerse dai commenti alla campagna? “Mi ha fatto piacere sentirmi dire che ero bellissima con questo vestito rosso…”; “…avrei voluto che il mio medico mi dicesse che non dovevo sentirmi sola…”; “basta che i miei figli mi dicano ti voglio bene…” o, ancora, “… sono qui per te; dimmi cosa posso fare per aiutarti? Non avere paura di chiedere, se posso lo farò volentieri”.

Ma non sono solo. Sono importanti anche “i gesti che parlano” come “…gli abbracci, i sorrisi (anche quelli del mio medico), le chiacchierate che aiutano a far scorrere quei giorni e quelle ore che sembrano non finire mai”.

La componente emotivo-psicologica è, dunque, centrale nel percorso delle pazienti, e dai suggerimenti delle donne che hanno partecipato alla campagna sono nati questi 5 consigli buoni per tutti.

5 consigli per un nuovo linguaggio nel rapporto con le pazienti con tumore ovarico

  1. Le parole giuste sono le parole in cui si crede e in cui credere. La sincerità ripaga, sempre
    Vorrei sentirmi dire: “sei una donna, sei forte; tutta la forza che hai usato finora per sorreggere gli altri la userai per te. Affronterai i momenti bui e ce la farai: perché te lo devi!”
  2. Le parole giuste sono le parole d’amore. Esprimete tutto il vostro affetto
    È importante sentirsi dire sempre “Ti voglio bene”, “Mi piaci sempre perché sei tu”
  3. Le parole giuste sono quelle senza giri di parole. Proponete soluzioni concrete
    “Sono qui per te”, “Dimmi cosa posso fare per aiutarti”, “Non avere paura di chiedere, se posso lo farò volentieri”
  4. Le parole giuste possono non essere parole ma semplici gesti. Se non sapete che dire, fate!
    Io ho aiutato mia cognata, l’ho fatto col cuore anche se ero stanchissima per il parto. A volte non servono grandi parole o frasi fatte. La parola chiave per me è presenza!
  5. Le parole giuste sono quelle che vi auguriamo di ascoltare. La speranza genera speranza
    Io non ho un tumore ovarico ma la persona che più amo al mondo sì. Vorrei che ci dicessero solo due parole: avete vinto!

(Ufficio stampa)

Tumore ovarico: sintomi e cure

Il carcinoma ovarico, che colpisce gli organi riproduttivi femminili che si trovano nell’addome, è il 6° tumore più diagnosticato tra le donne e la quinta causa di morte per cancro per le donne tra i 50 e i 69 anni.

Ogni anno, nel mondo, colpisce oltre 230.000 donne, e 150.000 non sopravvivono. In Italia 49.000 convivono con questo tumore e ogni anno si diagnosticano 5.200 nuovi casi (dati Airtum 2017).

Oltre ai fattori di rischio (età, storia familiare, alterazioni del patrimonio genetico, storia riproduttiva e stile di vita scorretto) ci sono per fortuna anche fattori di protezione: sorveglianza, che permette una diagnosi preventiva, chemioprevenzione, chirurgia profilattica (nelle donne con mutazione BRCA1 o BRCA2), gravidanza e allattamento, scelte di vita salutari (niente fumo né alcol, alimentazione sana, movimento).

Sintomi del tumore alle ovaie

Il tumore ovarico è molto insidioso perché è caratterizzato da sintomi aspecifici. Nello stadio iniziale è generalmente asintomatico, ma i sintomi più comuni sono gonfiore addominale, persistente oppure intermittente, necessità di urinare spesso, dolore addominale; mentre quelli meno comuni sono inappetenza, perdite ematiche vaginali, variazioni delle abitudini intestinali.

 Quando questi sintomi compaiono costantemente ogni giorno, per più di 12-15 giorni al mese e per più di due mesi consecutivi, si consiglia di contattare il medico.

Carcinoma ovarico: diagnosi

Dopo le indagini di routine che, comprendono una visita medica dell’addome e una visita dal ginecologo, se si sospetta un tumore si eseguono l’ecografia pelvica e il controllo dei marcatori tumorali attraverso il prelievo del sangue. Se necessario si associano una TAC addominale ed eventualmente una PET.

Cura

La cura dei tumori ovarici prevede:

  • Trattamento chirurgico con asportazione di tutto il tumore visibile
  • Trattamento farmacologico con chemioterapia, negli ultimi anni spesso associata a nuove terapie dette “a bersaglio molecolare”
  • Trattamento psicologico

Visita ginecologica con ecografia al Centro San Camillo a 87€ 

Prenotazioni:

– presso la nostra sede in Via Calefati 177 – Bari
– Tel. 080.914.64.94      
E-mail: info@centrosancamillo.com

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ginecologo, ovaio, tumore
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