Ambulatorio di Diabetologia del Centro San Camillo per Diagnosi e Cura del Diabete Mellito.
- Sensazione di stanchezza (astenia)
- Frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne
- Aumento della sete
- Perdita di peso improvvisa e immotivata
- Visione offuscata
- Pelle secca
- Aumentata frequenza di infezioni
- Lenta guarigione delle ferite
- Dolori addominali
- Confusione mentale e perdita di coscienza (in casi più gravi)
Questi rappresentano i sintomi più comuni del diabete mellito, ma spesso questa malattia non dà alcun sintomo né segno.
Talvolta i sintomi compaiono quando la malattia è già presente da anni, e per questo, la diagnosi non è spesso rapida e avviene quando oramai il diabete è in una fase conclamata.
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COS’E’ IL DIABETE?
Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue (iperglicemia).
Responsabile di questo fenomeno è una inadeguata azione o una insufficiente produzione di insulina. L’insulina è un ormone secreto da alcune cellule del pancreas ed è indispensabile per il metabolismo degli zuccheri in quanto regola il livello di glucosio nel sangue: tutti gli zuccheri semplici e complessi (amidi) che vengono assunti con l’alimentazione, sono trasformati nel corso della digestione in glucosio, il quale rappresenta la principale fonte di energia per i muscoli e gli organi. Affinché il glucosio possa fare il suo ingresso nelle cellule ed essere utilizzato come “carburante energetico”, è necessaria la presenza dell’insulina.
Quando l’insulina è però prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas oppure le cellule bersaglio del nostro organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale, favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.
Il diabete mellito si divide in due forme principali:
- Diabete mellito tipo 1
- Diabete mellito tipo 2
♦ Il diabete mellito tipo 1 è una forma di diabete che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e nell’adolescenza, anche se non sono rari i casi di insorgenza nell’età adulta. Per questa ragione fino a poco tempo fa veniva denominato diabete infantile.
Rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causata dalla produzione di autoanticorpi (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri non riconoscendoli come appartenenti all’organismo), che attaccano le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina.
Come conseguenza, vi è un’assenza totale di secrezione dell’insulina che a sua volta causa un eccesso di glucosio nel sangue. La mancanza o la scarsità di insulina, quindi, non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che vengono così eliminati con le urine, e in questa situazione l’organismo è costretto a produrre energia in altri modi, principalmente attraverso il metabolismo dei grassi, il che comporta la produzione dei cosiddetti corpi chetonici. L’accumulo di corpi chetonici nell’organismo, se non si interviene per tempo, può portare a conseguenze molto pericolose fino al coma.
♦ Il diabete mellito tipo 2 è di gran lunga la forma di diabete più frequente (interessa il 90% dei casi) ed è tipico dell’età matura. È caratterizzato da un duplice problema: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina da parte del pancreas per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente sui tessuti bersaglio (insulino-resistenza). Il risultato, in entrambi i casi, è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue.
Queste forme di diabete possono progressivamente peggiorare nel tempo ed è importante monitorarle e curarle in quanto, la costante presenza di valori di glicemia superiori alla norma, aumenta il rischio di complicanze macrovascolari e microvascolari (danno dei vasi sanguigni).
Le maggiori complicanze derivate dal diabete mellito possono arrecare al paziente diversi danni, che si dividono in:
- Neurologici: alterazione anatomica e funzionale del sistema nervoso centrale e periferico con deficit sensitivi, motori, visivi, acustici ecc.
- Renali: danno alle strutture filtranti del rene (glomeruli e tubuli renali) che può portare in casi estremi alla dialisi (in Italia il 30% dei pazienti che effettuano dialisi sono diabetici)
- Oculari (retinopatia): causata da iperglicemia cronica e ipertensione che portano ad alterazione dei vasi sanguigni con conseguente peggioramento della vista fino alla cecità
- Cardio-cerebrovascolari: infarto miocardico o cardiopatia ischemica, ictus cerebrale ecc.
Esistono poi altre forme di diabete legate a:
- Difetti genetici della funzione delle cellule pancreatiche deputate alla secrezione di insulina
- Malattie del pancreas esocrino
- Diabete “gestazionale” che insorge durante la gravidanza
QUALI SONO LE CAUSE DEL DIABETE?
Le cause più comuni di insorgenza della malattia sono un’interazione tra:
- fattori genetici (ereditari)
- fattori ambientali: la vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano l’insorgenza del disturbo
- Età: l’invecchiamento dell’organismo si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere prontamente alla richiesta di insulina da produrre
- Fattori immunitari (per il diabete tipo 1): in tal caso i soggetti sono geneticamente predisposti a sviluppare il diabete tipo 1 come malattia autoimmune
- Fattori di rischio per pazienti affetti da diabete tipo 2: tali fattori non sono da sottovalutare in quanto rendono alcune persone più predisposte rispetto ad altre, a sviluppare questa malattia. Tra questi, i principali sono:
– Obesità
– Inattività fisica, quindi vita sedentaria
– Ipertensione
– Colesterolo e Trigliceridi al limite o al di sopra del valore soglia
Quindi la persona affetta da diabete di tipo 2 è generalmente della seconda o terza età, con un peso superiore a quello ideale, spesso con parenti di primo grado diabetici.
COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI DEL DIABETE?
Una corretta diagnosi è cruciale per i pazienti diabetici affetti in particolare da diabete mellito tipo 2, in quanto, a differenza del diabete mellito tipo 1, i sintomi non sono generalmente evidenti e vengono facilmente ignorati. La diagnosi di questa forma di diabete, pertanto, può essere anche molto tardiva, e per questo motivo, è facile riscontrare al momento della diagnosi la presenza di complicanze in stato avanzato.
La diagnosi viene confermata dal medico endocrinologo dopo:
- Esami del sangue: glicemia a digiuno o durante una curva da carico che misura la concentrazione di glucosio nel sangue
- Altri test: ad esempio la misurazione degli autoanticorpi e del peptide C che permette di distinguere tra diabete di tipo 1, quindi autoimmune, e di tipo 2
- Accertamento, durante visita, dei sintomi tipici del diabete mellito
COME SI CURA IL DIABETE?
♦ Terapia insulinica per diabete tipo 1
E’ inevitabile per curare questa forma di diabete e consiste in iniezioni sottocutanee. Grazie a questa terapia e ad un corretto stile di vita, la maggior parte dei pazienti riesce a condurre una vita normale e a prevenire l’insorgenza delle complicazioni a lungo termine della malattia.
♦ Terapie per diabete tipo 2
Prevede differenti trattamenti rispetto alla terapia insulinica. Attualmente non esiste un farmaco valido per tutti i pazienti affetti da diabete tipo 2, motivo per cui è necessario, per ogni singolo paziente, costruire una terapia individuale in relazione alla diversa situazione clinica e alle differenti caratteristiche personali.
Accanto alla terapia farmacologica, sono consigliati una serie di interventi per migliorare lo stile di vita, che includono:
- Attività fisica aerobica: di moderata intensità della durata di 20-30 minuti al giorno
- Perdita di peso corporeo (qualora si risulti in sovrappeso o in obesità conclamata): riduce l’incidenza del diabete tipo 2 del 60%.
- Dieta ipoglicemica: prevede in generale una riduzione dell’apporto di zuccheri e di grassi e un maggiore introito di fibre, dei cosiddetti acidi grassi della serie omega 3 (contenuti soprattutto nel pesce azzurro) ecc.
PREVENZIONE
Una visita medica dallo specialista endocrinologo viene in genere raccomandata soprattutto per quei soggetti considerati maggiormente a rischio e che sono affetti da:
- Sovrappeso o Obesità
- Dislipidemia (una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presenti nel sangue elevate concentrazioni di colesterolo e trigliceridi)
- Ipertensione
- Familiarità di primo grado per diabete tipo 2
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