La dieta SIRT, nota anche come la dieta del gene magro, ha fatto perdere alla cantante Adele 30 chili in un anno: ora sta spopolando in rete, per questo il Centro San Camillo di Bari ha deciso di fare chiarezza su questo argomento.

La dieta SIRT, spiega la dottoressa Marika De Tullio del nostro ambulatorio di Biologia della Nutrizione, è il regime alimentare del momento. Secondo i suoi creatori, i nutrizionisti Aidan Goggins e Glen Matten, consentirebbe di perdere quasi tre chili e mezzo nella prima settimana e di mantenere, poi, il peso ideale per sempre.

Adele (@Instagram)

Perché si chiama dieta SIRT?

Questa dieta dimagrante è chiamata SIRT perché sarebbe basata sull’azione di un gruppo di proteine, le sirtuine. Le nostre cellule costruiscono sette diverse sirtuine (SIRT1 – SIRT7). Esse realizzano una varietà di funzioni tra cui quella di regolare la trascrizione dei geni, quella di legarsi a proteine nel citoplasma e nei mitocondri, la funzione di regolare una grande varietà di processi legati al metabolismo, stimolandolo maggiormente e legati alla neurodegenerazione.

In molti organismi sono implicate nel fenomeno dell’invecchiamento. Questa scoperta che ha dato il via a una intensa ricerca di composti che possano in qualche modo aumentare l’attività enzimatica delle sirtuine stesse, come ad es. il resveratrolo, polifenolo naturale presente in alcuni frutti, ma soprattutto nella buccia dell’uva.

In cosa consiste la dieta del gene magro

Prevede di mangiare determinati cibi, detti cibi SIRT (ne sono stati individuati circa una ventina), grazie ai quali si riuscirebbero ad attivare le sirtuine, assicurando gli stessi effetti dimagranti di un digiuno, pur mangiando. Per cui, in maniera del tutto teorica, questi cibi aiuterebbero l’organismo a bruciare più facilmente e velocemente le calorie assunte con la dieta, favorendo così un dimagrimento rapido e senza troppe rinunce. Secondo i princìpi di questa dieta, gli alimenti SIRT contengono nutrienti potenzialmente capaci di regolare il metabolismo, di bloccare la produzione e l’immagazzinamento di grasso, di incrementare la massa muscolare, di regolare i meccanismi dell’invecchiamento e così via. Per cui, stando a quanto detto, è una dieta molto vantaggiosa da ogni punto di vista!

Tuttavia, bisogna sempre fare molta attenzione a tutte quelle diete che si proclamano facili e miracolose, che non hanno evidenze scientifiche abbastanza solide (o talvolta non ne hanno affatto) e che, soprattutto, possono comportare rischi per la salute da non sottovalutare.

Per fortuna, nonostante alla popolarità della dieta abbiano contribuito personaggi famosi come la cantante Adele Pippa Middleton, questa dieta prevede quanto meno di scegliere cibi salubri – i cibi SIRT per l’appunto – che contengono sostanze bioattive con potere antiossidante e antinfiammatorio, senza escludere alcun tipo di macro o micronutriente.

Cosa si mangia nella dieta SIRT

C’è sempre, però, un punto oscuro come per ogni dieta che si propone miracolosa e facile da seguire: è fortemente ipocalorica nella prima fase o fase iniziale che dura 7 giorni e che prevede la perdita di circa 3 kg.

Prima fase

Infatti, secondo i creatori della dieta, la prima fase della dieta prevede una riduzione drastica delle calorie: nei primi tre giorni, Goggins e Matten raccomandando di stare al di sotto delle 1000 calorie (molto poche), mangiando tre succhi verdi al mattino, a metà mattina e a metà pomeriggio, e 1 pasto solido. Centrifugare o passare nell’estrattore i cibi, sostengono gli autori della dieta, rende più assorbibili i principi attivi dei vegetali SIRT. Per cui è possibile centrifugare, secondo una ricetta proposta, 2 manciate abbondanti di cavolo riccio, prezzemolo e rucola, e a parte, di frullare ½ mela verde con 2-3 gambi di sedano verde e di stemperare ½ cucchiaino di tè matcha in polvere.

Nei quattro giorni successivi, il regime passa a circa 1.500 calorie con l’aggiunta di un secondo pasto solido rappresentato da pasta di grano saraceno, gamberoni o petto di pollo con cavolo riccio e cipolla rossa ecc. Tutti i giorni è necessario mangiare un alimento SIRT focale in questa dieta, ossia 15-20 g di cioccolato fondente all’85%.

La conseguenza di questa drastica riduzione calorica non può che essere una perdita di circa 3 kg senza stressarsi con attività sportive intense o prolungate e senza troppe rinunce. Ma, in realtà, almeno nella fase iniziale della dieta, rinunce e sacrifici ci sono: il solo fatto di bere centrifugati di frutta e verdura con soli 1-2 pasti solidi al giorno non è facile. Sono sicuramente cibi salubri quelli proposti da estrarre e centrifugare, ma così facendo si rischia di perdere il piacere del cibo e dello stare a tavola, ma anche il buon umore.

La consolazione, affermano i creatori della dieta, è che il senso di fame non si avverte, perché i cibi SIRT agiscono sul senso di sazietà sopprimendo quello della fame. Ma è tutto fuorché semplice, perché all’inizio la fame è la prima sensazione che in maniera del tutto naturale e fisiologica si percepisce: passare da un regime dietetico di ad es. 2000 kcal a uno con meno di 1000 kcal comporta necessariamente una risposta da parte dell’organismo che si traduce nel senso di fame.

Seconda fase

La seconda fase della dieta dura due settimane ed è volta a consolidare il dimagrimento del periodo precedente (è la cosiddetta fase di mantenimento), dove si consumano tre pasti al giorno, un succo verde e due spuntini. Non ci sono più restrizioni sulle calorie, ma solo ulteriori raccomandazioni di assumere altri cibi SIRT, ossia cavolo, cioccolato fondente, vino rosso, agrumi, caffè, mirtilli, capperi, tè verde, soia, fragole, uova, yogurt, pollo, gamberoni, fagioli, patate, pasta, pizza e insalatone SIRT, oltre a frutta e verdura. Due o tre volte a settimana, ai pasti, si può bere un bicchiere di vino rosso: contiene polifenoli, come resveratrolo che, come detto, attiva le sirtuine.

Il razionale scientifico alla base della dieta SIRT, dicono Goggins e Matten, sta nel fatto che gli attivatori delle sirtuine avrebbero diversi benefici per la salute, tra cui la costruzione dei muscoli, la soppressione dell’appetito, il miglioramento della memoria e del controllo degli zuccheri nel sangue, la pulizia dai radicali liberi che si accumulano nelle cellule.

Di sicuro, i sirtuino-stimolanti proposti nella dieta sono ricchi di sostanze per i quali diversi studi hanno acclarato degli effetti positivi per la salute. Il resveratrolo, per esempio, è un buon antiossidanteantinfiammatorio e vasoprotettore; alcuni flavonoidi hanno azioni epatoprotettive e antiossidanti ecc.

Le controindicazioni

Vediamo ora cosa dicono di questa dieta gli esperti del CREA, ossia il Centro Ricerca Alimenti e Nutrizione. “Il legame tra produzione di sirtuina e dimagrimento, così come quello tra specifici geni e dimagrimento, è tutt’altro che certo. Indubbiamente la genetica svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo che viene studiato dalla cosiddetta nutrigenomica, un settore di ricerca tanto affascinante e complesso quanto soprattutto in gran parte inesplorato. Per questo parlare di ‘geni magri può essere molto fuorviante per la gente. Anche posto che la sirtuina attivi dei geni correlati al metabolismo, al momento non sappiamo con certezza se contemporaneamente aziona anche geni che hanno l’effetto opposto: parlare dell’azione di uno specifico alimento o sostanza rispetto all’attivazione di un gene è come guardare un paesaggio da un buco della serratura. E per comprendere a fondo l’azione genetica di un alimento bisognerebbe compiere studi che prevedono l’utilizzo di strumenti di bioinformatica complessi”.

L’unica evidenza dell’efficacia dei cibi SIRT rispetto al dimagrimento è una sperimentazione clinica citata nel libro “SIRT, la dieta del gene magro”, effettuata in una palestra su un campione di appena 39 persone, seguite per 7 giorni, che hanno perso circa 3 chili. Di solito, le sperimentazioni cliniche prevedono un campione di centinaia se non migliaia di persone che vengono sottoposte a periodici controlli per vedere se fattori quali sesso, età, condizioni fisiologiche e patologiche possano in qualche modo influenzare un dato regime alimentare in positivo o in negativo, e/o se la dieta in questione possa esacerbare determinate problematiche di salute già presenti o slatentizzarne altre. In tal caso, invece, ci troviamo di fronte a un campione – che dovrebbe essere di riferimento per una popolazione intera – molto limitato e di cui non si conosce la situazione di partenza, le caratteristiche peculiari e così via.

Il libro “SIRT, la dieta del gene magro”

Inoltre, anche il solo fatto che nella prima fase della dieta si perdano 3 chili non è affatto miracoloso visto che il regime dietetico proposto nei primi 7 giorni è fortemente ipocalorico. In aggiunta a ciò, non è possibile misurare un dimagrimento in soli 7 giorni, è bene monitorarlo per un arco temporale più lungo, visto che diete fortemente ipocaloriche possono poi indurre un rallentamento del metabolismo basale nel lungo periodo e una più facile propensione a riprender peso (anche con gli interessi!). Importante è anche l’introduzione graduale degli alimenti inizialmente esclusi nella dieta e dei pasti solidi, per evitare problematiche gastroenteriche.

In conclusione, non è di sicuro una dieta pericolosa o che procura dei danni all’organismo ma è una dieta tutto fuorché semplice, così come divulgato dal web, e miracolosa: chi non perderebbe peso bevendo solo 3 centrifugati al giorno? Attenzione inoltre, come detto, ai possibili problemi nel lungo periodo sull’aumento di peso anche per mancanza della compliance del paziente e sul rallentamento di quel famoso metabolismo che si cerca di attivare con gli alimenti SIRT.

Tutte le diete che spopolano sul web meritano sempre un occhio critico che le mostri al pubblico per come sono realmente, spiegandone il razionale scientifico (ammesso che esista) alla base.

Non esistono diete miracolose: solo con una idonea restrizione calorica e con l’inserimento di idonei e salubri alimenti è possibile, col tempo, perdere peso migliorando la salute.

Sottolineiamo inoltre l’importanza di affidarsi sempre a professionisti del settore e ai medici quando si intende seguire un dato regime dietetico, evitando le diete “fai da te” che possono realmente diventare un pericolo per la salute.

Dottoressa Marika De Tullio, biologa nutrizionista

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