Ginecologia del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott.ssa Federica Laterza

  • Dolore o bruciore nella minzione
  • Urinare in piccole quantità 
  • Senso di pressione o crampi nell’addome inferiore 
  • Stimolo alla minzione frequente e intenso, anche a vescica svuotata
  • Urina contenente sangue, torbida o con odore intenso
  • Febbricola in alcuni casi

Questi rappresentano i sintomi più comuni della cistite.

COS’E’ LA CISTITE?

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La maggior parte delle infezioni delle vie urinarie sono causate da batteri che infettano l’apparato urinario, il quale è composto da un insieme di organi e strutture deputate anche all’eliminazione delle sostanze di scarto dell’organismo. In particolare, i reni filtrano il sangue e producono urina che viene trasportata alla vescica tramite l’uretere. La vescica, a sua volta, funge  da “deposito” di urina fino alla sua eliminazione attraverso l’uretra.

Come si può ben capire, un’infezione batterica può manifestarsi ovunque lungo questo percorso, anche se quelle più comuni si verificano alle basse vie urinarie, ossia uretra e vescica. Ed è proprio questo tipo di infezione che viene chiamata cistite.

Sebbene i batteri di norma non si trovino nell’urina, possono facilmente entrare nell’apparato urinario per via della vicinanza anatomica con l’apparato intestinale (ano). Sono infatti i batteri intestinali (es. Escherichia coli), ad essere le cause più frequenti. 

QUALI SONO LE CAUSE DELLA CISTITE?

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La cistite è causata, come detto, da batteri che popolano l’ultimo tratto dell’intestino e tra questi, quello maggiormente implicato è l’Escherichia coli. Più raramente viene causata da virus e funghi. 

Esistono, però, anche forme di cistite non associate a un’infezione batterica, e tra queste ritroviamo:

  • Cistite interstiziale: un’infiammazione cronica della vescica dalle cause non ancora chiare.
  • Cistite scatenata dai farmaci e da altre sostanze chimiche
  • Cistite associata a trattamenti con radiazioni

O comunque vi sono altri fattori di rischio nello sviluppo di questa infezione delle vie urinarie riconducibili a:

  • Anomalia nella struttura o nella funzione dell’apparato urinario: ad esempio un rene malformato o un blocco nel tratto dove scorre l’urina.
  • Flusso anormale a ritroso (reflusso) dell’urina dalla vescica all’uretere e verso i reni. Questa condizione, conosciuta come riflusso vescico-ureterale, è presente sin dalla nascita ma circa il 30%-50% dei bambini con cistite scoprono di averla.
  • Uso di toilettes scarsamente pulite
  • Scarsa igiene personale
  • Uso di bagnoschiuma o saponi che irritano l’uretra
  • Casi in famiglia di infezioni urinarie
  • Rapporti sessuali: i germi della vagina possono essere spinti in uretra
  • Ritenzione prolungata di urina: più l’urina rimane in vescica più i batteri aumentano, e quindi peggiore sarà l’infezione.
  • Qualunque ostacolo allo svuotamento completo della vescica: come ad esempio un calcolo renale, uretra ristretta, prostata ingrossata ecc.
  • Diabete: condizione che peggiora la cistite così come qualsiasi altra infezione
  • Catetere vescicale: quest’ultimo è un tubicino introdotto in vescica attraverso l’uretra. È impiegato per drenare l’urina durante un esame medico in pazienti che non riescono a urinare spontaneamente.
  • Gravidanza
  • Chirurgia o qualunque intervento sulle vie urinarie

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Come detto, inoltre, le cistiti si presentano più frequentemente nelle donne. Questo fenomeno si verifica in quanto:

  • nel sesso femminile l’uretra è più corta, quindi è più facile per i batteri raggiungere e colonizzare la vescica
  • il meato uretrale (il foro dal quale l’urina viene espulsa) è più vicino a vagina e ano, distretti anatomici particolarmente ricchi di flora batterica
  • nelle donne in gravidanza le modifiche ormonali e le variazioni della posizione delle vie urinarie facilitano la migrazione dei batteri lungo gli ureteri fino ai reni dove ne causano l’infezione. Per questo motivo, il medico specialista prescrive esami di routine per la ricerca di batteri nelle urine durante soprattutto i primi tre mesi di gravidanza.

COM’E’ POSSIBILE DIAGNOSTICARE LA CISTITE?

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Il medico specialista, in presenza di sintomi riconducibili alla cistite, richiede che il paziente effettui il prima possibile analisi delle urine e urinocoltura in modo da verificare e identificare i batteri che hanno causato l’infezione e in modo da prescrivere il trattamento più idoneo per debellare l’infezione stessa. Sapere, infatti, quali batteri hanno causato la cistite può aiutare il medico a scegliere i farmaci più appropriati per curarla.

Possono, inoltre, essere richieste ulteriori analisi qualora il medico specialista, in base alla storia clinica del paziente, sospetti anormalità nell’apparato urinario in modo da escludere condizioni patologiche pre-esistenti che possono rendere la cistite una loro conseguenza.

QUALI SONO I POSSIBILI TRATTAMENTI PER DEBELLARE LA CISTITE?

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La cistite, come qualsiasi altra infezione a carico delle vie urinarie scatenata dalla presenza di batteri, viene curata con una semplice somministrazione di antibiotici. Il tipo di antibiotico usato e la durata della terapia dipende dal batterio che ha causato l’infezione e dalla sua gravità. Dopo l’assunzione dell’antibiotico specifico, il medico potrebbe far ripetere le analisi delle urine per confermare la scomparsa dell’infezione.

Più in generale, il trattamento più adatto dipende dalla causa alla base dell’infiammazione. L’importante è assicurarsi che l’infezione sia completamente debellata, perché una cistite non curata completamente potrebbe ripetersi o diffondersi, così come è importante escludere e quindi trattare condizioni predisponenti di base che possono essere la causa della cistite stessa.

E’ POSSIBILE PREVENIRE LA CISTITE?

La risposta è affermativa e risiede in un semplice cambiamento delle abitudini quotidiane. In particolare è consigliabile:

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  • Bere molta acqua: studi scientifici hanno dimostrato che bere molta acqua dimezzi il rischio di cistite o di una sua recidiva.
  • Regolarizzare l’intestino tramite una sana alimentazione: avere una flora batterica intestinale ottimale è importante per ridurre il rischio di infezioni alle vie urinarie.
  • Avere una buona igiene personale: è importante pulirsi sempre con movimenti “avanti-dietro” per evitare che i batteri passino dal distretto anale all’uretra, soprattutto nel caso delle donne. Inoltre, durante il ciclo mestruale e dopo l’attività sessuale, le norme igieniche vanno rispettate e intensificate. 

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  • Bere succo di mirtillo: il succo di mirtilli, in particolare quello nero, grazie all’elevata presenza di particolari sostanze note come proantocianidine, aiuta a prevenire la comparsa della cistite. Come dimostrato da studi scientifici, interferisce con l’attaccamento sulla vescica dei batteri intestinali responsabili della cistite. In particolare, il succo di mirtilli neri impedisce che l’Escherichia Coli, il batterio intestinale maggiormente responsabile della cistite, si attacchi alle cellule epiteliali della vescica e dell’apparato urinario. In questo modo, le proantocianidine formano una barriera nella vescica che permette di evitare il rischio di infezione.
  • Assecondare lo stimolo alla minzione: è importante andare in bagno non appena se ne sente lo stimolo. Si deve cercare di non trattenere l’urina per troppe ore e di svuotarla bene più volte al giorno per evitare il rischio cistite.
  • Evitare l’uso di prodotti irritanti per l’igiene intima
  • Indossare preferibilmente biancheria intima di cotone e abiti comodi: l’uso, infatti, di indumenti intimi stretti o in tessuto sintetico o anche pantaloni troppo aderenti, è pericoloso non solo per il surriscaldamento della zona pelvica, ma anche per l’irritazione locale che questi indumenti possono causare. Tutto questo può promuovere l’insorgenza di disturbi fastidiosi dell’apparato genitale esterno (arrossamenti cutanei, comparsa di prurito ecc.), e di conseguenza prepara un terreno di crescita per i batteri.

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