Urologia e Andrologia del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott. Francesco Lafranceschina

I sintomi principali dell’ipertrofia prostatica benigna sono:

  • Sensazione di incompleto svuotamento vescicale
  • Allungamento del tempo necessario per la minzione
  • Aumento della frequenza delle minzioni (pollachiuria)
  • Necessità di alzarsi di notte per urinare (nicturia)
  • Riduzione della forza del getto urinario (mitto ipovalido)

COS’E’ L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA?

 ipertrofia prostatica

L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (BPH o IPB), anche nota come adenoma prostatico (BEP), coincide con un ingrossamento della porzione centrale della prostata legato ad un aumento numerico delle cellule prostatiche e alla formazione di noduli. Questa crescita benigna che avviene nella zona di transizione della prostata, porta ad una compressione dell’uretra (ultimo tratto delle vie urinarie che permette il deflusso dell’urina) e ad una deformazione del pavimento della vescica rendendo difficoltosa la minzione.

Si tratta di una patologia molto comune negli uomini: colpisce il 5-10% degli uomini dopo i 40-45 anni di età e oltre l’80% dopo i 70 e 80 anni, ma produce sintomi solo nella metà dei soggetti.

I principali fattori associati all’insorgenza della malattia sono:

  • Invecchiamento
  • Cambiamenti degli ormoni sessuali maschili
  • Predisposizione genetica e familiarità

Tale ingrossamento non è allarmante in quanto non si tratta di un tumore maligno né predispone all’insorgenza del carcinoma prostatico.

COME SI DIAGNOSTICA L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA?

Pe poter diagnosticare l’ipertrofia prostatica benigna è sufficiente eseguire una visita urologica dal medico specialista dove viene effettuata una valutazione dei sintomi, delle abitudini minzionali e della ghiandola prostatica.

Successivamente, per avere un quadro più completo, lo specialista può prescrivere ulteriori esami quali:

  • Dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA): si ottiene mediante un prelievo del sangue. Il PSA è una proteina che viene normalmente prodotta dalle cellule prostatiche, ma che aumenta nel caso in cui le cellule subiscano alterazioni strutturali come ipertrofia, infezioni o tumore maligno.
  • Ecografia dell’apparato urinario: consente di valutare la vescica e i reni.
  • Ecografia prostatica transrettale: mediante una sonda ecografica si esaminano morfologia, dimensioni della ghiandola prostatica ed eventuali patologie in corso.
  • Uroflussometria: esame semplice e non invasivo che valuta il flusso minzionale misurando la forza del getto, la velocità di svuotamento e, con un’ecografia, il residuo post-minzionale (RPM). In tal modo è possibile monitorare il flusso urinario e accertare un eventuale mancato svuotamento della vescica.

QUAL E’ LA TERAPIA? 

 terapia farmacologica prostata

Tra le opzioni terapeutiche, quella principalmente consigliata ed eseguita è la terapia farmacologica. Questa permette di controllare i sintomi e di ridurre i disturbi tramite l’ausilio di farmaci specifici che consentono di alleviare i disturbi urinari associati all’iperplasia prostatica benigna. In tal modo il lavoro che la vescica deve compiere per svuotarsi diminuisce, così come diminuisce il rischio di infezioni batteriche.

In molti casi l’azione della terapia farmacologica migliora la qualità della vita e permette di rimandare l’intervento chirurgico. Tuttavia, se l’ingrossamento della prostata è tale da provocare un’ostruzione urinaria, la terapia farmacologica è insufficiente ed è necessario un intervento chirurgico disostruttivo che prevede l’asportazione chirurgica della porzione prostatica ingrossata (adenoma). Di solito si ricorre agli interventi chirurgici nel momento in cui gli adenomi prostatici raggiungono grosse dimensioni (al di sopra di 60-70 ml di volume).

E’ POSSIBILE PREVENIRE L’IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA?

E’ possibile prevenire l’iperplasia prostatica benigna mediante una diagnosi precoce che può essere fatta solo sottoponendosi a controlli periodici dal medico specialista. Poichè è una patologia che insorge in maniera più frequente a partire dai 40-50 anni, è consigliabile che la popolazione maschile appartenente a questa fascia di età effettui visite urologiche di controllo soprattutto se si manifestano dei problemi.

 

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